Mircea Eliade (1907 – 1986), storico delle religioni rumeno, riferisce il termine yoga alla radice yuj – con il significato di “unire”, da cui anche il latino iungere e iugum, il germanico joch. Da questa radice verbale derivano altri termini sanscriti quali: yuj (verbo) con il significato di “unire” o “legare”, “aggiogare”; yúj (aggettivo) “aggiogato”, “unito a”, “trainato da”; yugá (sostantivo) ossia il giogo che si fissa sul collo dei buoi per attaccarli all’aratro.
Il termine yugà si riscontra già nel più antico dei Veda, il Ṛgveda, con il significato di “giogo”. Da qui il significato, posteriore, di yoga come insieme di tecniche anche meditative aventi come scopo l'”unione” con la realtà ultima e tesa ad “aggiogare”, “controllare”, “governare” i “sensi” (indriya) e i vissuti da parte della coscienza.
Nella sua accezione religiosa e filosofico religiosa, il termine sanscrito yoga è così reso nelle altre lingue asiatiche: in cinese yúqié, yújiā; in giapponese yōga; in coreano yuga; in vietnamita du già; in tibetano sbyor ba; in thailandese โยคะ yokha.
La parola Yoga dunque vuole dire unione e deriva dalla radice Sanscrita “yuj”. Legare, congiungere, attaccare e aggiogare, dirigere e concentrare l’attenzione sono altri significati per la parola yoga. Lo yoga è l’arte che porta la mente incoerente e dispersiva a uno stato riflessivo e coerente; è la comunione con l’anima umana con la divinità. Indica l’unione fisica e spirituale di entità opposte: corpo e mente, immobilità e movimento, maschile e femminile, sole e luna, sono questi alcuni degli opposti che la pratica dello Yoga è in grado di riunire, allo scopo ultimo di portare riconciliazione ed equilibrio tra essi. Ogni essere umano, praticando lo Yoga, contribuisce a questo equilibrio cosmico grazie al raggiungimento di un proprio stato armonico con l’ambiente circostante e un conseguente senso di pace e benessere interiori
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